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Oggi è il 06/10/2024«Occorre una rivoluzione nei criteri contributivi»
Dopo l'intervento del presidente del Coni Sicilia, Sergio D'Antoni, a seguito della nostra inchiesta sul grido d'allarme dello sport siciliano, oggi pubblichiamo l'intervento del delegato del Coni Catania, Genni La Delfa.
Egr. Direttore, ritenendo opportuno approfondire l'argomento sul "grido d'allarme dello sport siciliano", Le trasmetto un contributo ed un'analisi del Coni Point di Catania e nel contempo volevo congratularmi per la sensibilità da sempre mostrata dal quotidiano "la Sicilia" per migliorare le tematiche sportive sociali e culturali. Da troppo tempo lo sport in Sicilia è costretto ad affrontare enormi sacrifici per continuare la propria attività federale in un periodo dove alla crisi economica si è aggiunta una politica regionale miope alle necessità dell'attività motoria tutta: agonistica, non agonistica e ludico-ricreativa. E' vero come riferito che i precedenti assessori regionali allo sport non hanno fatto proprio nulla, ma voglio ricordare che la dott. Cleo Li Calzi è stata nominata da poco ed è troppo presto per giudicarla, specie dopo aver preso impegni ufficiali, pochi giorni fa, alla presenza di tutti i dirigenti federali e del Presidente del Coni Giovanni Malagò venuto appositamente a Palermo durante l'ultima riunione del Consiglio del Coni Sicilia presieduta da Sergio D'Antoni. E'ovvio e legittimo che le costose trasferte delle nostre società devono essere aiutate ma con proposte concrete, perché chiedere alle compagnie aeree di contribuire benevolmente alle spese sportive non credo si possa pretendere in considerazione di una politica discriminatoria che ha portato l'annullamento delle tratte dirette a lunga distanza con un insopportabile aggravio di spesa e di tempo. Anzi, se alcune società sportive possono ancora contare su sponsor in grado di supportare almeno in parte le spese per la gestione dell'attività o di garantire rimborsi spese agli atleti, la maggior parte delle società di vertice di discipline individuali (vedi i tanti campioni di scherma, arti marziali, atletica leggera, ginnastica, tennis, sollevamento pesi, etc.), pur sostenendo analoghe trasferte e spese, hanno come unico sponsor i «genitori» che spesso anche pagando per potere far praticare sport ai propri figli. Occorre un' immediata rivoluzione nei criteri contributivi e di impiantistica (incrementare subito convenzioni con federazioni e società sportive del Coni) che garantiscono a tutti il diritto allo sport come veicolo di salute in una Regione come la nostra ove si registra il più alto numero d'Europa di sedentari ed il più alto tasso di obesità giovanile con un enorme aumento di malattie cardiovascolari e metaboliche. E proprio per gli impianti si rischia un aggravio di spesa, prevista dalla l. r. del 2 gennaio 2105, che prevede la presenza di un laureato in scienze motorie ed un medico sportivo se non si provvede con un decreto attuativo a distinguere le attività ludico-motorie da quelle sportive, esonerandone queste ultime dall'obbligo. Sono certo che il perdurare di una mancanza di un tavolo tecnico programmatico e sinergico tra Regione (Assessorati sport, istruzione e sanità), Comuni, Scuole, Università e Coni, continuerà a porterà alla rinuncia ed alla chiusura di tante realtà sportive che fino ad oggi hanno assicurato il loro tradizionale supporto a tanti giovani offrendo loro un valido modello di vita evitando la dispersione sportiva e le cattive amicizie della strada...